Lizzie Borden

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  1. Dana Winchester
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    Questo è il primo tentativo serio di scrivere un racconto. Un titolo adatto non l'ho mai avuto, vista la filastrocca ho messo questo come provvisorio e non l'ho più cambiato. Doveva essere una collaborazione tra me e una mia amica per un romanzo e parte dell'idea di partenza è sua, ma per divergenze di idee abbiamo lasciato perdere e questo è quello che scritto di getto un pomeriggio qualche tempo dopo. Non è fanfiction ma spero vogliate dargli un'occhiata lo stesso.
    Beh, buona lettura...


    Si sveglia. È abbastanza presto. Una luce flebile che passa tra le fessure delle tende. intontita si mette a sedere. È ancora vestita. Cosa ci fa a letto vestita? A che ora è tornata? Si alza lentamente e striscia nel bagno. Sente l'aroma fresco del profumo della madre. Allo specchio tutto è in ordine. Anche troppo. Non sono I vestiti di ieri. È stanca deve aver dormito poco. Si sistema e va giù. C'è un odore intenso e sgradevole in giro. Che hanno combinato? Scende le scale e chiama. Niente. Devono essere al lavoro. No, è troppo presto. La stanno aspettando giù. La rimproveranno per l'orario. Non sanno che non è colpa sua. Non sanno niente. Ma lei sa che non deve pensare così. C'è poca luce per casa. Fuori dev'essere grigio, forse piove. No, non piove. L'ultimo gradino. Il piede cala sul pavimento di piastrelle fredde. No, non sono le piastrelle. C'è qualcosa di denso per terra, appiccicoso, non è freddo come le piastrelle del piano terra. L'odore è troppo intenso, le si ferma in gola. Abbassa lo sguardo. Il pavimento non è più giallo limone. È rosso. Scuro. Una scia in mezzo ai limoni. Più in là sul divano grossi grumi strani, rossi solo a chiazze. La testa della madre sfigurata che la fissa da terra. Urla, indietreggia. Altro sangue per terra. Si gira, il padre a pezzi sul tavolo della cucina, un ascia conficcata nella testa.
    Scappa. Prende il giubbotto, la borsa, non respira. Corre, non sa dove. Si ritrova alla stazione, si accuccia in un angolo vicino ai binari.
    C'è ancora poca gente. Trema, non sa più cosa ha visto, cosa è reale o no. Se la testa staccata fosse un illusione e l'ombra sullo specchio fosse reale. Trema, si calma, respira. Tira fuori il quaderno dalla borsa e una penna. Scrive <sei stata tu?>. La sua scrittura è tremolante e scomposta. Aspetta qualche secondo, lo apre. In grande, ordinatamente c'è scritto <si>. Panico. <perché? > chiude e aspetta. Il cuore martella nel petto. Minaccia un collasso. Apre <perché non ci piacciono. Ci trattano come delle schizofreniche. Se lo meritavano.> No no no no! Non può averlo fatto. Si copre gli occhi con le mani. Ma fin'ora niente lacrime.
    Lizzie borden took an ax...canticchia la sua mente
    <tu sei malata! Perché l'hai fatto? Cos'hai ottenuto?> chiude.
    ...and gave her mother forty whacks.
    Apre <piacere. E' piaciuto anche a te. Non scrivere no. Non si dicono le bugie>
    <tu sei malata> riscrive. <ipocrita> è la risposta. <li hai uccisi anche tu> <cosa?> <si. Pensaci. Li odiamo. Ci hanno fatto del male. Tutto quello che ci hanno fatto, il silenzio, il buio, le mani, gli schiaffi, le chiavi, le corde, quello che non ci era permesso fare, quello che non ci era permesso dire, quello che non ci era permesso pensare. Ci fa ancora male lì vero? Sono stati ripagati.> la penna trema. <no! Non è vero! Menti non ci hanno fatto niente! Va tutto bene! >
    When she saw what she had done...
    <stai dicendo le bugie. Tu lo sai cosa succede a chi dice le bugie. Lo abbiamo fatto insieme! Perché siamo la stessa cosa! Io sono te>
    I ricordi. Si rende conto. E lei, il fiore nel male. Non trema. Ricorda. L'ascia, gli schizzi, le grida, le rime e la canzone. Vendetta e liberazione.
    ...she gave her father forty-one.
    Scrive distratta <grazie>. Si alza. Un <non c'è di che> nel quaderno.
    Lo lascia cadere. Cammina. Il rumore di un treno. Urla disperate per un corpo schiacciato.
     
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  2. Lylyth Louvel
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    Il finale lascia davvero senza fiato: rapido, secco, incontrovertibile.
    In alcuni passaggi ci sono davvero troppi punti, è una tecnica potente che rende bene, ma penso che sottolineare tutto con questa tecnica le faccia perdere un po' della sua incisività.
    L'idea della comunicazione tramite quaderno e il modo con cui l'hai presentata è piuttosto creepy, ha un che di esoterico e mi piace molto, a dir la verità mi piace parecchio tutto il pezzo e come ho già detto il finale è la ciliegina sulla torta. Complimenti!
     
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  3. Dana Winchester
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    Grazie, sono felice che ^^ l'idea è che la ragazza abbia una personalità multipla. Infatti il quaderno viene da un video ducumentario in cui la ragazza comunica con le sue personalità in questo modo. Lo stile l'ho preso invece dai racconti scritti come flusso di pensieri. Mi affascina questa tecnica, la uso un po' anche ruolando.
     
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2 replies since 1/3/2015, 19:32   46 views
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