La Decima Crociata

L'ultima guerra divina.

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  1. VanJanMayen
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    Buon dì ragazzi/e.
    Volevo anche a voi far conoscere una mia piccola creazione. u.u
    "La decima crociata" è una storia creata interamente da me, e mi sono ispirato a parecchie cose, tra le quali anche Supernatural, :hihih:
    Per ora ci sono solo 4 capitoli. Ho deciso di prendermi una pausa di tempo indeterminato. xD

    Parla di una guerra tra il Vaticano e una schiera di mostri, quali vampiri, lupi mannari...

    Se avete voglia di leggerla vi metterò qui i capitoli sotto spoiler. u.u Buona lettura!

    CITAZIONE

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    CAPITOLO PRIMO



    Anno 2137. Città del Vaticano, Palazzi Apostolici.
    “Nessuno crede più in Cristo Signore, stiamo perdendo anche i Cattolici del Sud-America. Gli Americani hanno impedito la pratica di qualunque religione, anche la Nuova Italia farà la stessa fine!”

    “Dici? Dio non muore mai, ricordatelo. E riguardo l’America, ce la riprenderemo, stai tranquillo Padre Joseph. A proposito hai indagato su dove fosse il Sig. Abraham Theelord, convocandolo qui in Vaticano?”

    “Certamente, Santità. Da alcune ricerche condotte dai servizi vaticani nell’ultimo periodo si trovava in Norvegia. Dovrebbe arrivare stasera da Oslo.”

    “Oslo? Chissà che starà combinando in quelle fredde terre. Che Dio sia con tutti Noi, ma ora credo che andrò a pregare...”

    “Prego Santità. La chiamerò appena il Sig. Abraham Theelord arriva a Roma.”


    Dipartimento di Polizia di Oslo.
    “Capitano, altri due morti all’aeroporto di Oslo, due uomini, sulla quarantina, sono stati ritrovati nei servizi igenici Est del piano terra senza vita. A quanto pare erano due terroristi e l’assassino lo sapeva. Dovremo ancora aspettare l’autopsia, ma la causa di morte sembra stata lo Shock da dolore. Non sappiamo ancora i dettagli ma casi simili sono successi neanche una settimana fa, in America, Giappone e qualche paese Europeo. Intanto l’aeroporto è stato fatto evacuare per ulteriori accertamenti”

    “Testimoni dell’omicidio?”

    “Nessuno... beh, un bambino però sostiene di avere visto un uomo con un lungo cappotto nero avvicinarsi a quel bagno poco prima dell’omicidio....”

    “Nonostante abbia ucciso dei Terroristi, voglio che mi trovate l’assassino! Muovetevi!”

    “Si Capitano! Ma c’è un problema! Non si sa dove possa essere andato. Abbiamo già investigato, ma nessuno l’ha visto...”


    Roma era cosi fredda. Sembrava che il Diavolo avesse soffiato il suo freddo dolore sulla città. Non c’erano più quelle calde giornate di primavera che ti riscaldavano il cuore, mentre guardavi quegli imponenti monumenti lasciati dagli Antichi Romani, come per ricordare per sempre la grandezza del loro impero.
    La città era tranquilla. Poche persone osavano uscire di casa. La crisi economica partita nel 2008, ancora pressava lo Stato della Nuova Italia , ormai allo sfinimento, e stava per succedere la piu grande disgrazia che poteva accadere ad uno Stato cosi religioso fin dai tempi piu antichi: la perdita del proprio Dio.
    In effetti in questo ultimo secolo gli Atei sono diventati tanti, fin troppi per la Chiesa, che oramai sembrava prossima al tramonto. Tutto stava nelle mani e nella fede di un uomo. Un uomo capace di cose straordinarie, che crede in Dio come un apostolo, che lo predica come il Papa, e che lo dimostra come Dio Stesso. Alcuni lo chiamano fanatico, altri lo chiamano Assassino, altri pensano che sia la Morte incarnata venuta per riportare pecorelle smarrite al proprio pastore. Lo chiamano in molti modi, Angelo di Dio, Purificatore, Servo Divino di Dio, Capo degli Apostoli, Incarnazione dello Spirito Santo, ma il suo nome è uno solo, e in pochi lo conocono, Abraham Theelord.

    Il Papa Alessandro IX stava ancora pregando. Sembrava che volesse una risposta da Dio. In questi giorni pregava sempre piu spesso ed intensamente. In effetti il Vaticano non poteva permettersi un debole Vicario di Cristo. La chiesa aveva bisogno di una svolta, capace di contrastare i propri nemici.

    “Santità, il Sig. Abraham Theelord, è arrivato in Vaticano. Come ha precisato non l’abbiamo perquisito e l’ho fatto accomodare nel suo ufficio. La sta aspettando la. Venga, la accompagno.”

    “Oh, finalmente. Tu non sai, Joseph, quanto tempo ho aspettato di rivederlo. Ora sento che è arrivato il momento di reincontrarci, per il bene della Chiesa, per il bene del Mondo intero.”

    Il Papa si alzò dalla ginocchiera, posta davanti al crocifisso della sua cappella personale, e si incamminò con Padre Joseph verso il suo ufficio.
    Erano quasi le sette di sera. Nonostante fosse primavera, fuori era già buio. Le stagioni si sono scombussolate tutte, Dio doveva essere molto adirato.
    Joseph aprì la porta: “Prego, Santo Padre.”

    Il Papa entrò nella stanza.
    “Santità, se ha bisogno mi chiami pure”La porta si chiuse per mano di Joseph. Il Papa era in quella stanza poco illuminata insieme ad una persona che sembrava conoscere molto bene. Alessandro IX rimase in silenzio, cercando di ricordare quell’uomo quando ancora aveva 10 anni, fissandolo. L’uomo era affacciato alla finestra dell’ufficio, che ammirava Piazza San Pietro, generosa di offrire tranquillità e pace. Al Papa gli scese una lacrima. Una lacrima speciale, che gli arrivò in bocca e non era amara quanto le altre. Sembrava quasi dolce.

    “Abraham...fratello.”

    L’uomo con un lungo cappotto nero, capelli lunghi corvini, tirati all’indietro raccolti da un cappello, si girò lentamente e andò verso Alessandro IX. Guardò fisso negli occhi il Papa per un istante, si inginocchiò e disse:

    “Perdonami fratello. Perdonami Vicario di Cristo!Perdonami!Ho bisogno della tua benedizione per andare avanti! Forze oscure mi vogliono morto, il Diavolo vuole prendermi e farmi smarrire la via. Sono andato troppo oltre, ed ho paura che anche Dio stesso mi ha voltato le spalle”

    “Lo so che tutto ciò che fai è in nome di Dio. Ma sopratutto lo sa Dio stesso.”

    La voce del Papa, del fratello, era così confortante e dolce per Abraham. Non sentiva parole cosi dalla sua infanzia. Allora era giovane, molto giovane, ed Alexander gli insegnava tutto.
    Il santo Padre aiutò Abraham ad alzarsi. Si guardarono negli occhi per un istante e si abbracciarono. Ad Abraham nacque un piccolo sorriso sincero, coperto da una piega della tonaca del Papa.

    “Oh, Alexander, credo che tu sappia cosa sta succedendo al mondo...sembra che Dio lo abbia abbandonato...”
    “Sciocchezze. Dio non ha abbandonato niente e nessuno... Se lo avesse fatto, tu stasera non saresti venuto qui.”

    Abraham lo guardò, non capendo di che cosa stesse parlando.

    “Siediti.” Alexander si sedette sulla sua sedia dietro la lunga scrivania, tappezzata di documenti e cartelle con il simbolo stampato dello stato pontificio, osservando che Abraham facesse lo stesso.
    “Avanti siediti! Sarai stanco dopo tutto il viaggio da Oslo” Ed anche Abraham si sedette sulla sedia posta davanti la scrivania. Nella stanza non c’era molta luce. Solo 2 lampade illuminavano la conversazione dei due, una posta sul muro, vicina al crocifisso e l’altra sulla scrivania a destra.
    Abraham stava in silenzio. Stava aspettando ciò che suo fratello avesse da dirgli.

    “Abraham! Questo mondo ha bisogno di te! Piu di quanto tu abbia già fatto!Possibile che non lo capisci? Il numero degli Atei e degli Eretici sta crescendo a dismisura, la teconologia e la scienza hanno preso il posto del Divino, e questo è inaccettabile. Polvere alla Polvere! Non possono rinnegare il loro padre!” Sul volto di Alexander si poteva notare benissimo una rabbia inaccettabile per un Papa. Ma forse aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato. Ma forse non le aveva. Abraham lo fissava muto, sorpreso da questa sua reazione. Scrutava con gli occhi il suo volto cercando di capire che cosa volesse da Lui.

    “Vedi Abraham, questo è un periodo molto difficile per la Chiesa. Forse il piu difficile che essa abbia mai affrontato. Io sono un semplice uomo, guidato dallo Spirito Santo e non posso di certo fare tutto da solo. Ho bisogno di te, ora. Come quella volta da piccoli, che avevo bisogno di scendere dall’albero perchè avevo paura. Questa volta l’albero è veramente troppo alto. Se scendo da solo, mi faccio male, per questo Dio mi ha mandato Te. Ho pregato a lungo per avere una risposta, e finalmente l’ho avuta.”

    “Capisco. Che sia fatta la volontà del Signore!”


    CAPITOLO SECONDO



    Abraham Theelord. Un assassino o un cavaliere di Dio?
    La sera aveva dormito nella stanza degli ospiti nel Palazzo Papale. E questa mattina si era svegliato ansioso.Vestiva sempre di nero. Anfibi militari neri, pantaloni di stoffa neri leggeri, maglietta nera, felpa nera e un lungo cappotto di pelle nero e in testa un cappello con uno stemma a forma di croce. Al collo portava un crocifisso d’argento. Anche suo fratello. Loro padre, quando erano piccoli, li forgiò fondendo 4 forchette d’argento. Loro padre era un fabbro. Morì quando erano ancora giovani. Ma una sera, qualcuno bussò alla porta. Lui aprì. Era la morte.. La polizia non riuscì mai a trovare l’assassino. Archiviarono il caso e come causa del decesso misero dissanguamento. I due piccoli fratelli erano con la madre, per fortuna non videro niente. Videro solo il cadavere del padre quando tornarono a casa. Un uomo in una pozza di sangue...con due buchi nel collo e gran parte della faccia sfigurata. La loro era una famiglia molto credente. E quando i due fratelli erano piccoli, il Cristianesimo stava già avendo difficoltà. Alexander sentì la vocazione e andò a studiare in seminario. Nonostante i ragazzi cressero, sani e forti, non digerirono mai la morte del padre.
    Abraham invece, promise a sua madre e a suo fratello che si sarebbe vendicato, seguendo la strada del Signore. Sosteneva di avere visioni. Era tormentato da queste. Vedeva e sentiva un dolore che non sapeva da dove provenisse. Ha sempre sostenuto che questa maledizione, gliel’ avesse data Dio, e doveva utilizzarla per difendere il mondo dal male. Per questo ora vaga per il mondo a redimere a Dio le anime degli eretici, scacciando dalla terra i Demoni.

    Nella mattina seguente, non si vedeva un’alba cosi da parecchio tempo. Alexander IX era nel suo ufficio, alzato non da molto. Per essere un Papa è molto giovane. E’ la prima volta che la Chiesa ha un Papa del genere. 3 anni fa lo hanno eletto perchè alla Chiesa serviva un pastore giovane e forte, che potesse portare sulle spalle la croce di Cristo. Ha trentacinque anni, cinque anni in piu di suo fratello, e come tutti i ragazzi giovani era pensieroso, e quando lo è, fissa Piazza San Pietro, osservando quelle poche persone che ancora si permettono di passeggiare nonostante ciò che è successo.
    La porta si aprì e si sentì una voce insicura dire: “Permesso.” Era Abraham che doveva ascoltare ciò che suo fratello aveva da dirgli. Era molto preouccupato, mai suo fratello lo aveva chiamato cosi urgentemente in Vaticano.
    “Avanti, Abe. Buongiorno fratello mio. Dormito bene?”
    “Si, sempre meglio dei letti dei Motel di Oslo...”
    “Hahaha. Poi mi spieghi cosa ci facevi in Norvegia...”
    “Umh, Ok.” Rispose Abraham con un sorrisetto strano. I due si sedettero nello stesso posto dove si erano seduti ieri sera. La stanza era molto illuminata, grazie ai raggi di sole che entravano dalla finestra, dentro ai quali si potevano notare tutte le particelle di polvere che svolazzavano nell’ambiente.
    “Bene, Abraham. E’ ora che tu sappia perchè ho bisogno di Te. Rimembri le Crociate?”
    Abraham era sorpreso, spaventato e confuso nello stesso tempo come mai nella sua vita.
    Alessandro IX continuò: “La crociata è la manifestazione della potenza di Dio attraverso gli uomini, alcune sono andate a buon fine, altro un po meno, ma è tutta volontà di Dio.
    Vedi Abe, ho pensato e pregato a lungo, e questa è la soluzione più giusta. Non posso permettere che la Chiesa tramonti...i Cristiani hanno bisogno di Te!”

    “Alex, sai meglio di me cosa è una Crociata! Sicuro che ciò è la cosa piu giusta da fare?”

    “Nostro Signore mi ha imposto di ordinare la Decima Crociata!”
    Vedi mio caro fratello, se uccidiamo un uomo intrinsecamente cattivo, non uccidiamo un uomo, ma bensì il male che c’è in Lui!”

    Abraham per chissà quale ragione, non era molto d’accordo con il Papa.

    “Permettimi, non mi sento tanto bene” Abraham si alzò dalla sedia di scatto, subito dopo fece lo stesso Alexander ed esclamò: “Ti sto chiedendo di esserne il Comandante in Capo! Abe! Ascoltami!”

    Ascoltando queste ultime parole, Abraham se ne andò dalla stanza, senza dire una parola, sbattendo la porta.
    Fuori trovò Padre Joseph.
    “Padre Joseph, sapreste dirmi dove è la Cappela di mio fratello?”

    “Beh si. Ma nessuno può entrare!”

    “Ho detto, Dove si trova la cappella di mio fratello!?” Si rivolse al quel povero prete con aria minacciosa.

    “Certo certo, l’accompagno subito, Sign. Abraham.”

    -Ho assolutamente bisogno di pregare. Dio, ho assolutamente bisogno del tuo aiuto! Dio, non mi abbandonare!-

    Padre Joseph aprì la porta della cappella. Abraham ci entrò e la chiuse subito quasi sbattendogliela in faccia.

    Da dietro la porta si sentì: “Signore! Non le è permesso! Apra subito!”
    Abraham, si inginocchiò subito alla vista del Crocifisso:

    “O Padre Santissimo, onnipotente e misericordioso Iddio, prostrato umilmente davanti a te, io ti adoro con tutto il cuore. Ma chi sono io perché osi anche solo alzare la mia voce fino a te? O Dio, Dio mio... io sono una minima tua creatura, resa infinitamente indegna per i miei innumerevoli peccati. Ma io so che tu mi ami infinitamente. Ah, è vero; tu mi hai creato qual sono, traendomi dal niente, con bontà infinita; ed è pur vero che tu hai dato alla morte di croce il tuo Divin Figlio Gesù per me; ed è vero che con lui poi mi hai dato lo Spirito Santo, perché gridasse dentro di me con gemiti inenarrabili, e mi desse la sicurezza di essere adottato da te in tuo figlio, e la confidenza di chiamarti: Padre! ed ora tu stai preparando, eterna ed immensa, la mia felicità nel cielo. Ma è anche vero che per bocca dello stesso tuo Figliuolo Gesù, hai voluto assicurarmi con magnanità regale, che qualunque cosa ti avessi domandandato nel Nome suo, me l'avresti concessa. Ora, o Padre mio, per la tua infinita bontà e misericordia, in Nome di Gesù, in Nome di Gesù... io ti domando prima di tutto lo spirito buono, lo spirito dello stesso tuo Unigenito, perché io possa chiamarmi ed essere davvero tuo figlio, e chiamare te più degnamente: Padre mio!... e poi ti domando una grazia speciale, la riposta a tutti i miei dubbi.. Accoglimi, o Padre buono, nel numero dei figli tuoi prediletti; fa' che anch'io ti ami davvero sempre più, che lavori per la santificazione del tuo Nome, e venga poi a lodarti e a ringraziarti per sempre nel cielo.”

    Intanto un raggio si sole illuminò il Crocifisso, facendo splendere tutti gli intarsi nel legno che aveva.
    l silenzio e la sua preghiera, venne interrotta dai pugni del fratello, che sbattevano sulla porta da di fuori...

    “Abraham, apri! E’ un ordine!” Padre Joseph aveva avvertito del fatto accaduto a Alessando IX.

    La porta si aprì lentamente. lo sguardo dei due fratelli si incrociarono come due saette. Dietro di loro il crocifisso veniva continuamente illuminato.

    “Vicario di Cristo, ti chiedo perdono. Che la decima Crociata sia!”

    “Oh, Abraham, lo sapevo che non vi avesti mai deluso! Sia lodato nostro Signore!”

    Stringendosi la mano Abraham continuò: “Che sempre sia lodato”


    CAPITOLO TERZO



    Svizzera, Berna.

    Il tempo era quasi mite. Il venticello soffiava tra le foglie dei verdi alberi alpini.
    Un fuoristrada nero arrivò davanti alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Berna, parzialmente distrutta. Si fermò e scese dall’auto un uomo vestito elegantemente di bianco. Un uomo alto all’incirca 2 mt, capigliatura corta bionda, con una leggera peluria sul mento, bionda anch’essa.
    Sembrava un uomo qualunque, tranquillo, che camminava con le mani in tasca. Davanti al portone principale gironzolavano due uomini in giacca e cravatta ed occhiali neri, mandate probabilmente sul posto dal Vaticano.
    L’uomo si avvicinò, e senza interessarsi minimamente delle “guardie”, cercò di entrare, come se nulla fosse. Ma i due guardiani tirarono fuori le pistole e le puntarono sull’uomo.

    “Alt! Non è permesso l’accesso ai civili!”

    L’uomo vestito di bianco fece una piccola smorfia, mischiandola con un sorrisetto: “Che Dio sia con Voi, suoi cari servitori” Al pronunciare di queste parole le guardie riposero le pistole e addirittura si inginocchiarono, senza nessun apparente motivo. Ma chi era veramente quest’uomo?

    Quindi entrò nella Cattedrale, e prima di proseguire, la osservò attentamente: era in gran parte distrutta. Le panche di legno erano in parte sistemate ordinatamente, altre che si accavallavano tra di loro, altre ancora parzialmente sfracellate.
    Nonostante tutto quel disordine, l’altare era perfettamente intatto, come se qualcuno dopo il bombardamento sia stato li apposta a ricostruirlo, per celebrare nuovamente messa dopo tanto dolore...

    Dei passi echeggiarono in quel luogo sacro. L’uomo si avvicinò all’altare e dopo averlo osservato in silenzio per qualche secondo, girò il viso verso destra. E li si avviò senza esitazioni come se sapeva esattamente dove stesse andando. E forse era proprio cosi.

    Arrivò davanti a quella piccola porta di legno. La aprì e i cardini fecero non poco rumore. Davanti a lui c’era una piccola scaletta che portava forse in qualche cimitero sotterraneo antico della chiesa. Era un passaggio stretto, illuminato qua e la con qualche antica candela.
    L’uomo scese piano piano, stando attento ad ogni minimo particolare che notava
    . Arrivò all’ultimo gradino e ci fu un’altra piccola porta con un crocifisso al contrario inciso, e la maniglia di ottone sporca di sangue. Era incerto se aprirla o no, ma la sua missione era chiara, e quindi lo fece. Aprì lentamente la porta, e toccando quel sangue, ebbe una piccola visione, una brutta verità. Un rumore assordante di mitra interruppe il celestiale silenzio. Tre uomini, in veste da sacerdote, spararono all’uomo in bianco.
    Egli cadde a terra indietro, supino, dai chissà quanti colpi di proiettili sparati.

    “Hahahaha! Chi era costui che ha provato a ficcare il naso nei nostri affari?” Disse uno dei tre uomini.

    “Molto probabilmente un agente vaticano. Forza bruciamo il cadavere, non vorrei avere altri problemi.”
    “Aspettate! Sento una forza particolare. Non la percepite?!” Disse il terzo uomo, con voce scura. Fissò di scatto l’uomo per terra, gli occhi gli divennero rosso fuoco e fece un grigno. Si avvicinò all’uomo morto e si abbassò.

    “Exorcizo te, creatura salis, per Deum vivum, per Deum verum, per Deum sanctum!.”
    Queste parole provennero dalla bocca dell’uomo apparentemente morto, alzatosi e mettendo la mano in testa all’essere che per sua sfortuna si era avvicinato troppo.
    Appena finì di pronunciare quelle Sacro Sante parole, il presunto Demone emise un urlo tremendo, sentibile fin dagl’inferi. Un urlo che metteva brividi. Poi svanì, bruciando nell’aria e lasciando un forte odore di zolfo nell’aria. Era un proprio un Demone, esorcizzato da quell’uomo misterioso che doveva essere morto.

    “Però! Fanno male queste armi umane!” Disse ironicamente l’esorcista alzandosi e pulendosi il vestito ormai squarciato dai molteplici buchi.

    “E no! Nostro signore non è affatto felice per ciò che state facendo. E voi, non potete nemmeno scappare. Potete provare a sconfiggermi ma non credo riuscireste nell’intento. Potete provare a fondere la vostra malvagità, ma non credo riuscireste a fermare l’ira di Nostro Signore. L’unica cosa che potete fare, è arrendervi.”

    Gli occhi degli altri due demoni divennero rossi e incominciarono a fare grigni con altrettanti voce scure. E commentarono: “ Chi sei tu?”

    L’uomo fece due piccoli passi avanti, e intanto i demoni indietreggiarono. “Non mi sono ancora presentato? Sono un fedele servo di Dio. Fedele, non come il vostro ridicolo capo. Il Mio compito è portarvi al cospetto di Dio, per eliminarvi definitivamente.” Poi aggiunse spalancando le braccia: “E ora! Ritornate nell’oscurità del nulla! Ritornate ciò che eravate prima! Nel nome del Signore Vi eliminerò!”


    CAPITOLO QUARTO



    Nord Nuova-Italia

    Abraham si stringeva il cappotto a se dato che faceva molto freddo. Era da queste parti perchè sapeva benissimo con chi avrebbe avuto a che fare nella prossima guerra santa, quindi armi normali non gli sarebbero servite a nulla. Aveva bisogno di armi sante e lui conosceva una persona che faceva al caso suo. Un suo vecchio amico, che conosce bene o male da tutta la vita.
    Dopo una lunga camminata in quelle stradine innevate, arrivò davanti ad un Pub. Da fuori sembrava una classica locanda rustica dove ti servivano Wyskey o Scotch accompagnato da una bella bistecca di carne. Entrò e il campanellino suonò col contatto della porta. Non c’era nessuno a parte un vecchio ubriaco che guardava le curve della cameriera che stava pulendo il tavolo davanti a lui.
    Abraham si sedette al bancone in attesa che qualcuno arrivasse da lui...Nell’attesa si mise a giocherellare con l’anello che aveva nella mano sinistra.

    “Oh, ma guarda chi c’è! No ci credo! Abe, Abe T, sei veramente tu?!” Una persona di grande stazza lo salutò e andò dall’altra parte del bancone per abbracciarlo.

    “Scott! Quando tempo, amico.”
    “Non sarebbe ora di tagliarli questi capelli?”
    “Ahahaha. Simpatico come sempre vedo! Hey, Scott, devo parlarti” Poi Abraham si guardò in giro per aggiungere “In privato”.
    “Oh, va bene!” Poi si rivolse alla cameriera “Se mi cercano, io non ci sono, pensaci tu miraccomando” La giovane cameriera annui.

    I due andarono nel retro del locale per parlare.
    “Scott, c’è in ballo una cosa molto grossa. L’Apocalisse sta arrivando e noi dobbiamo fermarla...dobbiamo fermarla perchè non è l’apocalisse di Dio, e’ quella degli uomini.”
    “Aspetta, vieni qui tutto ad un tratto a dirmi che qualche cosa di apocalittico avverrà e vuoi un aiuto da me?! Ah! In che modo posso aiutarti?
    “Armi, Armi speciali, che dovrai creare appositamente per me. Armature speciali, amuleti, e...Magie.”
    “C-Cosa?! Magie?! Tu sei pazzo amico, lo sai benissimo che la Chiesa ha vietato le pratiche Esoteriche tanto tempo fa! E tuo fratello è il Capo della Chiesa, ti sei bevuto il cervello?!”
    “Ascolta, non possiamo vincere con semplici cazzate! Qui non ci sono in ballo solo Vampiri o Licantropi, ora dobbiamo combattere contro il male primordiale!”
    “E va bene...vedrò cosa posso fare...”
    “Grazie Scott, grazie. Umh...ci beviamo una birra?” Disse Abe per distrarlo un attimo dalla notizia, e cercando di farselo buono.
    “Con piacere mio vecchio amico, offre la casa”

    Svizzera, Berna.

    “Tu, vieni in Terra ad eliminarci, quando il tuo Dio non muove un dito per salvare i suoi cari figli! Ahaha, manda un semplice angioletto per fare il lavoro sporco! Ridicolo.”

    L’uomo si spostò con una velocità assurda davanti al demone, gli prese la faccia con la mano destra e la sbattè al muro con violenza inaudita.

    “Non nominare il suo nome invano. Tu devi essere il capo di questa combricola di mostri. un semplice esorcismo non funzionerebbe...”

    La mano dell’uomo incominciò ad illuminarsi di una luce bianca, e la faccia del demone incominciò a bruciare...e intanto urlava: “ Tu, non mi ucciderai! Ahahahaha!”

    Il demone scaraventò via l’uomo bianco, poi si avvicinò all’altro demone, lo morse al collo e succhiò quella che poteva sembrare l’Anima e sparì circondato da Fiamme Infernali...
     
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    Più che una fanfiction, ti dirò, a me sembra di più l'inizio di un libro e, se sviluppato, fossi in te ci penserei a farne un vero e proprio romanzo, sai?
    Il primo capitolo, ad essere sincera, non mi ha ispirata molto, ci ho trovato troppo dialogo, a me piace di più immergermi nelle descrizioni, nelle sensazioni, sentire e pensare con i personaggi, dialoghi ne avrei messi di meno. Dal secondo in poi invece mi ha intrigata!

    Continua u_u
     
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  3. VanJanMayen
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    Oh. Grazie mille! .3. Un libro? Dai, non esageriamo, grazie comunque. xD
     
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    Ti giuro, non sto esagerando, secondo me la storia è originale e intrigante, può svilupparsi bene. Pensaci ;)
     
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  5. VanJanMayen
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    Farò tesoro di questo consiglio. Grazie mille. u.u
     
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    Questa storia si prospetta interessante. Spero che la continuerai, per ora ti faccio i miei complimenti per questi quattro capitoli
     
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