COMPLEANNO GDR

10 Novembre 2012
Il sole era alto in cielo, mentre il dolce cinguettare degli uccellini penetrava nella calda stanzetta immersa in un’accogliente buio, una oscurità provocata dalle tende tirate dinanzi alle grandi finestre, che a malapena lasciavano entrare i teneri raggi solari. Al centro dell’immensa cameretta piena di giochi e peluche, c’era un grande lettone e su esso, sprofondato nella morbidezza di un ampio piumone, un fanciullo riposava beato. Le guance rosee, la carnagione chiara, i capelli biondo cenere, leggermente scompigliati, che gli donavano un’aria da monello, mentre il respiro profondo, indicava il suo stato dormiente. D’improvviso, come se lo stesso astro solare si fosse preso l’incarico, un raggio riuscì a valicare la barriera delle tende ed a posarsi sugli occhietti, chiusi, del bambino. Il piccolo iniziò a mugugnare appena, dal piumone si osservavano lenti i suoi movimenti, si stiracchio e lentamente aprì i suoi grandi occhietti, che subito si rivelarono di un limpido verde chiaro. Il bambino iniziò a guardarsi intorno, ancora leggermente spaesato, cercando di capire che ora fosse e che giorno fosse, poi, immediato nella sua mente, si affacciò un pensiero: Che bello, che bello, si fa festa, che bello!
Entusiasta della grande scoperta, il bimbo schizzò via dal suo accogliente lettone e, con il suo pigiamino bianco, tempestato di buffi gattini neri, si precipitò fuori dalla stanza, in cerca della sua famiglia. Corse con i suoi piedini nudi, lungo tutto il parquet, battendo sulla porta di ogni stanza presente sul piano, gridava felice: Sveglia, sveglia, oggi è festa, tutti in piedi, c’è una festa! Alzando sempre di più il tono della sua squillante ed allegra voce. Nessuna porta, però, si aprì al suo richiamo, nessuna risposta il bimbo ebbe. Confuso ed un po’ amareggiato, il piccolino ricominciò il giro delle porte, batteva, con meno foga, sulla superficie ruvida di esse, ma nuovamente non ebbe risposta. La confusione saliva, non c’era nessuno in casa, pensava, e nel frattempo, in lui, una crescente delusione si affacciava. Sconfitto e con il capo chino, il bambino si riavviò nella sua stanza. Lacrimoni già si formavano nei suoi grandi occhi, si sentiva abbandonato, perso, non amato, nel giorno più bello dell’anno. Tirò su con il naso e giunto, ormai, dinanzi alla porta della cameretta sua, udì un piccolo brusio provenire dal piano di sotto. Sorpreso e forse un po’ speranzoso, il piccolo si avvicinò alle scale e trattenne il fiato in modo da ascoltare ogni singolo e possibile movimento. Un altro brusio, poi un altro ed un altro ancora, ma erano lontani ed il piccolo che non esitò a scendere le scale. I suoi occhi scrutarono intorno a sé, ma niente trovò, però un ronzio, delle piccole risatine, un mucchio di Shhh, colsero nuovamente la sua attenzione. Il piccolo si avviò quatto quattro verso il grande salone da cui aveva sentito quei rumori. Era tutto buio, troppo buio, ma c’era qualcosa che stuzzicava il suo interesse, così, prendendo il coraggio a due mani, entrò nella camera. D’improvviso ci fu una luce immensa. Le tende erano state spostate e avevano permesso al sole di illuminare tutta la stanza, mentre botti e coriandoli attorniavano il fanciullo, che con occhi sgrananti e a bocca aperta, veniva sommerso di urla gioiose e canzoni appena intonate. Al centro della sala una bellissima torta al cioccolato della bellezza di cinque piani, completamente adornata dai membri della sua famiglia: c’era Sam, Dean, John, Sarah, Ivy, al primo strato, tutti con una tortina ed una candelina in mano; al secondo strato Jack, Gabriel, Rob, Ariel e Josh, Bobby, tutti con un sorriso fiero stampato sulle labbra; al terzo strato Lisa, Jo, Ellen, Mary Ann, Anya e Kate con una espressione dolce sul viso modellato. All’ultimo strato, a braccia conserte e con atteggiamento da duri c’erano Alastair, Derek, Ian, Nathan, Sean. C’erano davvero tutti, ma la cosa più bella che emozionò il fanciullo era l’ultimo piano: un suo modellino che soffiava le candeline di un’altra enorme tortina e al lato di quella tortina, uno striscione in cioccolato plastico che riportava la scritta: TANTI AUGURI SUPERNATURAL GDR!
Il piccolo commosso corse dalla sua famiglia e l’abbracciò felice ed insieme mangiarono la grande torta e festeggiarono tutto il giorno, trasformando questo giorno, per il bambino di cinque anni, il giorno più bello della sua vita.